Le soluzioni grafiche adottate si prestano ad una lettura multipla, soggettiva, a volte alternativa: lo stampatore sembra giocare con chi si accosta alle sue opere. La sua arte si fa guardare con curiosità, non è esplicita, fa lavorare la mente, conta molto sul segno che da solo costruisce senso.
La creazione grafica diventa funzione della pubblicità, è al suo servizio con il non facile compito di ottenere consensi: Nicola D'Arcangelo lo svolge in maniera mirabile, senza compromessi, grazie alla sua natura di artista-tipografo, lontana da schemi prestabiliti e convenzionali.
I primi manifesti darcangeliani risalgono agli anni '30, durante l'ascesa al potere del fascismo e la crescita industriale e commerciale. Queste "opere" sono il risultato di uno studio minuzioso in cui, testo, illustrazione e colori formano un insieme armonico di massima attrattiva.