Attività Scientifica
La mia attività scientifica verte sulla storia delle teorie, delle pratiche e delle istituzioni educative nell’età moderna e contemporanea, con particolare riguardo ai decenni di passaggio fra Ottocento e Novecento, che segnano l’apertura della Krisis, a mio parere ancora irrisolta, del pensiero e della cultura occidentali.
La mia ricerca storiografica è finalizzata all’approfondimento concettuale della pedagogia, intesa come un sapere (non una scienza) «debole», instabile e dai confini incerti, fondato su una pluralità di «fonti» (Dewey) e costitutivamente antinomico, riflettendo la condizione dell’uomo, fra «enigma» e «mistero» (Ducci). La sua unità è sempre sintetica e si realizza unicamente nella prassi, “in situazione”. Rappresenta un problematico punto d’incontro e un crocevia fra filosofia (teoretica e morale), politica, scienze empiriche – conferendo loro e ricevendo da loro attuazione, dunque senso e direzione.
Intesa in questo senso, «la pedagogia non ha una virtù suprema e onnipotente, ma è» comunque «indispensabile evitare gli errori»; e nelle sue espressioni più elevate, «da un lato è un’interpretazione dei bisogni e delle aspirazioni che stanno in fondo alla coscienza contemporanea, dall’altro è uno sguardo che varca l’orizzonte comune, una protesta e un’anticipazione mentale» (Luigi Credaro, L'insegnamento universitario della pedagogia, 1903, pp. 7-8).
Principali linee di ricerca
- Storia del sistema scolastico e della pedagogia nell’Italia contemporanea.
- Le filosofie/pedagogie «mondiali» dal secondo Ottocento ad oggi: Herbart, il positivismo, Dewey, Montessori.
- Questioni di epistemologia pedagogica. La filosofia come «teoria dell’educazione». «Scienza»/«Scienze» dell’educazione.
- Educazione e politica. Ruolo dell’ideologia e dell’utopia nel discorso pedagogico.