Attività Scientifica
Dopo il conseguimento del titolo di dottore di ricerca in Pedagogia sperimentale (Università “La Sapienza” di Roma), ha ricoperto il ruolo di ricercatore universitario dal 2004 al 2013, per poi ricoprire quello di Professore associato a seguito del conseguimento dell’abilitazione scientifica nazionale.Ha partecipato e partecipa a numerose attività di ricerca finanziata, nell’ambito di progetti sui processi inclusivi nei contesti interculturali (FAMI), sulla povertà educativa nei contesti emergenziali (Fondo “Con i bambini”), sui NEET (Progetto PRIN, Unità di RomaTre). Ha al suo attivo numerose pubblicazioni, tra monografie, curatele, contributi in volume e articoli scientifici su riviste di fascia A, anche con impatto internazionale. Fa parte del Comitato scientifico di riviste e collane di prestigio. Partecipa attivamente al dibattito scientifico anche attraverso un’intensa attività di convegnistica di livello nazionale e internazionale. Nel 2019 ha vinto il Premio di Pedagogia SIPED per il volume “Le prove della vita. Promuovere la resilienza nella relazione educativa, Franco Angeli, Milano, 2016. Dal 2020 è membro del Direttivo della Società italiana di Pedagogia (SIPED).Dal 2019 è titolare dell’abilitazione scientifica nazionale per ricoprire il ruolo di Professore di I fascia.
Principali linee di ricerca
- Pedagogia interculturale: esplorazione teorica e indagini sul campo relative ai problemi della pedagogia interculturale, con particolare riferimento ai seguenti temi: inserimento scolastico degli studenti immigrati, apprendimento e insegnamento dell’italiano come seconda lingua, mediazione culturale e linguistica, formazione degli adulti immigrati, razzismo ed educazione antirazzista, anche in prospettiva storica.
- Pedagogia dell’emergenza: esplorazione teorica e indagini sul campo relative ai problemi della pedagogia dell’emergenza, quale ultima frontiera del dibattito pedagogico. Dopo il sisma del 2009 all’Aquila, si sono approfondite e sviluppate le tematiche relative al ruolo dell’educazione nei contesti segnati da catastrofi naturali, ambientali, ma anche da emergenze di tipo socio-politico. La ricerca si è orientata a studiare l’impatto delle emergenze e delle problematiche del post-emergenza su bambini e giovani e ad elaborare prospettive di intervento nella scuola e nei contesti extrascolastici. La ricerca si sta ampliando anche al tema delle emergenze sanitarie (COVID-19) e ai fattori di povertà educativa e alle questioni inerenti lo sviluppo e il supporto alla resilienza individuale e istituzionale.
- Educare in condizioni estreme: la Shoah e la pedagogia della resilienza: questo terzo filone di ricerca consente di rintracciare numerosi fili rossi tra i primi due. Sullo sfondo della pedagogia dei diritti umani e degli approcci antirazzisti, si è iniziato ad approfondire il lavoro di educatori e pedagogisti (Korczac, Hirsch, ecc.) che hanno svolto esemplari attività nei ghetti e nei campi di sterminio. L’obiettivo è chiarire il significato dell’educazione come fattore di umanizzazione e resilienza anche nelle peggiori condizioni in cui il soggetto umano possa trovarsi.