Dante Riccardiano
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Firenze, Biblioteca Riccardiana, 1035
Tipo di scrittura adottata da Giovanni Boccaccio: littera textualis
Provenienza: Firenze
Datazione: primi anni Sessanta del XIV secolo
Materia: membranaceo
Dimensioni: mm 292 x 195 (188 x 87)
Carte: III + 187 + II’
Bibliografia:
Boccaccio autore e copista, pp. 268-270 (S. Bertelli); Autografi, p. 52 (Fiorilla-Cursi)
Link della riproduzione: teca.riccardiana.firenze.sbn.it/index.php/it/=
Contenuto:
Giovanni Boccaccio, Brieve raccoglimento (cc. 1r-3v)
Dante Alighieri, Commedia (cc. 4r-178r)
Giovanni Boccaccio, Finis adest longi (cc. 178r)
Dante Alighieri, 15 Canzoni distese (cc. 179r-187r)
Descrizione:
Datato agli anni Sessanta del Trecento, si tratta della seconda delle tre Commedie autografe di Giovanni Boccaccio. Oltre a far seguire al testo del poema le quindici Canzoni distese, il Certaldese elaborò del materiale paratestuale, il Brieve raccoglimento a introdurre la Commedia, e i quattro versi Finis adest longi (carme VIII ed. Velli), che costituiscono un colophon metrico apposto in inchiostro rosso (gli stessi esametri si trovano anche nel ms. Chig. L V 213). Non è registrato negli inventari del 1450-1451 della biblioteca di Santo Spirito; probabilmente è rimasto nelle mani degli esecutori testamentari del Boccaccio, senza pervenire al frate Martino da Signa. Si tratta del testimone noto con la sigla Ri per quanto riguarda la Commedia, e R35 nella tradizione delle Canzoni di Dante. Alla c. 187r c’è la nota di possesso: «Liber Bartholomei ser Benedicti Fortini de Florentia» (si tratta del figlio del cancelliere fiorentino che succedette a Coluccio Salutati). I disegni alle cc. 4v, 7r, 10r, 15r, 17r, 20r, 29r, che in passato sono stati ritenuti di Boccaccio, sono di mano più tarda, quattrocentesca, come ha sostenuto Lucia Battaglia Ricci.
Molto significative sono le annotazioni marginali apposte da Boccaccio, quasi tutte di di taglio filologico, talora precedute da una c’ (da sciogliere come credo, e indicante una proposta di correzione a un passo giudicato erroneo), da al. (da sciogliere come alias o aliter o alii, e indicante una variante recepita per collazione con alto testimone), oppure non precedute da nulla, indicanti correzioni perentorie. Ne presento l’elenco:
c. 6v - Inf., II 84 de l’alto] de l’ampio m.s.
c. 27v - Inf., XVI 67 dì·sse] c’ ‘dinne’ m.d.
c. 61v - Purg., II 109 consolarmi] c’ ‘consolare’ m.d.
c. 69r – Purg. VII 38 et poi] et puoi m.d.
c. 69r - Purg., VII 73 lacca] c’ ‘biacca’ m.d.
c. 90r - Purg., XV 49 saput’ànno] c’ ‘s’appuntano’ m.d.
c. 95r - Purg., XVIII 38 buona] al. ‘vera’ m.d.
c. 100r - Purg., XXI 63 et di volar] c’ ‘et di voler’ m.d.
c. 112r - Purg., XXVIII 97 di sotto] c’ ‘che sotto’ m.d.
c. 113r - Purg., XXIX 39 ne chiami] al. ‘vi chiami’ m.d.
c. 113v - Purg., XXIX 71 il lume] al. ‘il fiume’ m.d.
c. 115v - Purg., XXX 95 compartire…decto] c’ ‘compatire ad me come se decto’ m.d.
c. 139v - Par., X 102 se] c’ ‘te’ m.d.
c. 142r - Par., XII 15 consunse] al. ‘consurse’ m.d.
c. 147r - Par., XV 30 bis nunquam celi] c’ ‘bis erit celi’ et cetera m.d.
c. 147r - Par., XV 36 gratia] c’ ‘gloria’ m.d.
c. 151r - Par., XVII 66 rotta] al. ‘rossa’ m.d.
c. 151r - Par., XVII 98 s’infuturo] c’ ‘s’infutura’ m.d.
c. 166r - Par., XXVI 118 Quindi] c’ ‘Quivi’ m.d.
c. 166v - Par., XXVI 134 Un] c’ ‘i’ m.d.
c. 170v - Par., XXIX 72 si ritorna] c’ ‘si ricorda’ m.d.
c. 172v - Par., XXX 92 si veste] c’ ‘si sveste’ m.d.
c. 177r - Par., XXXIII 36 gli affecti] al. ‘gli effecti’ m.d.
Non mancano nel codice alcune note di commento di una mano posteriore (ad esempio alle cc. 109v, 112r-v, 113r-v, 114r, 115v), che Gabriella Pomaro ha ritenuto di assegnare a un copista collaboratore di Tedaldo della Casa, mentre Giuseppina Brunetti riconduce all’ambiente bolognese e romagnolo di Benvenuto Rambaldi da Imola.