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Dante Toledano

Ritratto di Omero, con firma greca di Boccaccio, a seguire passo dantesco "Omero poeta sovrano"

Toledo, Archivo y Biblioteca Capitulares, Zelada 104.6

Tipro di scrittura adottato da Boccaccio: littera textualis

Provenienza: Firenze

Datazione: anni Cinquanta del Trecento

Materia: membranaceo

Dimensioni: mm 278 x 191

Carte: II + 269 + II’

 

Bibliografia:

M. FIORILLA-P. RAFTI, Marginalia figurati e postille di incerta attribuzione; Autografi, p. 53 (Fiorilla-Cursi); Boccaccio autore e copista, pp. 266-268 (S. Bertelli); S. BERTELLI-M. CURSI, Novità sull’autografo Toledano; S. MARTINELLI TEMPESTA-M. PETOLETTI, Il ritratto di Omero e la firma greca di Boccaccio; CURSI, Cronologia e stratigrafia nelle sillogi dantesche di Giovanni Boccaccio.

 

Contenuto:

Giovanni Boccaccio, Vita di Dante (Ia redazione)

Dante Alighieri, Vita nova

Giovanni Boccaccio, Brieve raccoglimento (Inf., cc. 48r-51r; Purg., cc. 117r-120r; Par., cc. 188r-190v)

Dante Alighieri, Commedia

Dante Alighieri, Rime (15 canzoni “distese”)

 

Descrizione:

Il codice Toledano è la più antica delle sillogi dantesche allestite da Boccaccio giunte fino a noi. Il lavoro di copia va collocato attorno alla metà degli anni ’50 del Trecento.

Contiene la prima redazione della boccacciana Vita di Dante, meglio nota come Trattatello in laude di Dante, seguita dalla Vita nova dell’Alighieri; segue la Commedia dantesca, con ciascuna cantica preceduta dal corrispettivo Brieve raccoglimento, ossia gli argomenti in terza rima con cui il Certaldese ha sintetizzato i diversi temi e personaggi trattati nei canti danteschi. Chiudono il codice le cosiddette quindici canzoni “distese” di Dante.

Alla c. 267v, sotto la citazione del v. 88 di Inf., IV «Homero poeta sovrano», è stata individuata solo nel 2013 da Sandro Bertelli e Marco Cursi, grazie all’ausilio della lampada a raggi ultravioletti, un’altrimenti invisibile testa di poeta coronato posta di profilo, che occupa gran parte della carta. Si tratta con ogni probabilità di un ritratto di Omero eseguito dallo stesso Boccaccio che, sotto al disegno, ha apposto una sottoscrizione, la propria firma in lingua latina traslitterata in caratteri greci, seguita da una parola leggibile solo in parte («ΗΟαννΕC ΔΕ ΧΕΡθαΛΔΩ Π[---]ΗΤ» o forse «F[---]ΗΤ»). Va sciolta verosimilmente in:

«Iohannes de Certaldo», ed è seguita probabilmente dal verbo «pinxit» (è stata decifrata poco dopo la scoperta del disegno da Stefano Martinelli Tempesta e Marco Petoletti).

Dal punto di vista testuale il testo del poema dantesco, questo esemplare appare afferente al gruppo di Vat (copia o collaterale), il codice Vat. lat. 3199, ritenuto tradizionalmente la copia che Boccaccio donò a Petrarca, ma sul quale, recentemente, Monica Berté ha messo in discussione la ricostruzione vulgata, giudicandolo un manoscritto, recante rare note di Petrarca, ma non posseduto dallo stesso, perché rimasto a Firenze.

In margine al testo della Commedia, Boccaccio ha lasciato poche annotazioni, in gran parte notabilia e rare glosse esegetiche: ad es. a Inf., I 70-72; particolarmente lunga quella in corrispondenza di Purg., XI, dove spicca una lunga glossa ai vv. 136-138 su Provenzano Salvani; sporadici sono i notabilia boccacciani ai canti XVII, XIX e XXXII).

L’aspetto più interessante è costituito dalle diverse postille di natura filologica, talune vergate in scrittura sottile, che consentono di tastare il polso a Boccaccio dantista, di vagliare il suo studio del testo del poema dantesco. Molte annotazioni segnalano varianti, probabilmente recepite per collazione, e sono precedute da al.; altre si rivelano proposte di correzione (introdotte da c’ da sciogliere come credo), oppure, quando la correzione presenta un grado di sicurezza maggiore, sono prive di formula introduttiva. Non mancano inoltre numerose cruces in presenza di problemi testuali irrisolti. Delle postille filologiche che introducono varianti, sia ope ingenii che ope codicum, si fornisce qui di seguito l’elenco complessivo:

 

c. 55r - Inf., II 80 s’ancor] al. ‘se già’ m.d.

c. 55r - Inf., II 81 più non t’è huop che aprirmi] al. ‘più non t’è huopo aprirmi’ m.d.

c. 56r - Inf., III 40 Cacciarli] al. ‘Cacciangli’ m.d.

c. 57r - Inf., III 98 al nocchier] al. ‘del nocchiere’ m.d.

c. 57v - Inf., IV 2 sono] al. ‘tuono’ m.d.

c. 58r - Inf., IV 27 l’aura etterna] al. ‘l’aere eterno’ m.d.

c. 58r - Inf., IV 35 baptesmo] c’ ‘il baptesmo’ m.d.

c. 58v - Inf., IV 68 dal sonno] al. ‘dal suono’ over ‘tuono’ m.d.

c. 63v - Inf., VII 106 va] c’ ‘fa’ m.d.

c. 65r - Inf., VIII 78 che terra] al. ‘che ferro’ m.d.

c. 65v - Inf., VIII 99 d’alto] al. ‘d’altro’ m.d.

c. 65v - Inf., VIII 111 che sì et no] al. ‘che ’l sì e ’l no’ m.d.

c. 67r - Inf., IX 70 i fiori] fuori m.d.

c. 71v - Inf., XII 10 buratto] vel ‘burrato’ m.d.

c. 73r - Inf., XII 121 di sotto] di fuor m.d.

c. 77v - Inf., XV 6 pur] al. ‘per’ m.d.

c. 77v - Inf., XV 18 sol] suol m.d.

c. 79v - Inf., XVI 34 Queste…vedi] c’ ‘Questi l’orme di cui pestar mi vedi’ m.d.

c. 80v - Inf., XVI 102 dovria] al. ‘dovea’ m.d.

c. 90r - Inf., XXI 113 mille…sei] al. ‘mille dugento uno et sexançei’ m.d.

c. 96r - Inf., XXIV 119 quanto sè vera] c’ ‘quanto è severa’ m.d.

c. 109v - Inf., XXXI 65 tre] trenta m.d.

c. 121r - Purg., I 15 da l’aer puro] dal mezzo puro m.d.

c. 126v - Purg., III 140 dicreto] divieto m.d.

c. 126v - Purg., III 144 divieto] decreto m.d.

c. 140v - Purg., XI 26 carco] pondo interl.

c. 146r - Purg., XIII 128 Pettignagno] Pettinaio m.d.

c. 152r - Purg., XVI 107 via] strada m.d.

c. 157r - Purg., XIX 36 aperta] al. ‘l’aperto’ m.d.

c. 158r - Purg., XIX 105 più] c’ ‘men’ m.s.

c. 160r - Purg., XX 104 l’altro] c’ ‘latro’ m.s.

c. 160r - Purg., XX 114 mondo] c’ ‘monte’ m.s.

c. 164v - Purg., XXII 129 a portar] c’ ‘a poetar’ m.s.

c. 166v - Purg., XXIII 117 ancor] c’ ‘non ti’ m.s.

c. 182r - Purg., XXXI 86 trasse] torse m.d.

c. 183v - Purg., XXXII 30 sua] c’ ‘facea’ m.s.

c. 184v - Purg., XXXII 89 stretti] suso m.d.

c. 205v - Par., VIII 69 Eolo] al. ‘Euro’ m.d.

c. 244r - Par., XXVII 138 areca] al. ‘aspecta’ m.d.

c. 246v - Par., XXIX 37 luogo] c’ ‘lungo’ m.d.

 

Nel codice si registrano anche sporadici interventi di altre mani seriori (secc. XV e XVI), oltre che di una mano pressoché coeva al Certaldese che ha lasciato graffe, faccette paragrafanti e maniculae invero piuttosto rozze e appartiene, come hanno dimostrato Patrizia Rafti e Maurizio Fiorilla, allo stesso anonimo annotatore dell’Apuleio Laurenziano autografo di Boccaccio (Plut. 54.32).

Il Toledano è probabilmente l’esemplare impiegato in prevalenza nella stesura delle lecturae Dantis condotte a Firenze nel 1373, sfociate nelle Esposizioni.

Per quanto riguarda la Vita nova, va notato il sistema gerarchico con 5 tipologie di iniziale (inchiostri rosso, blu, giallo e nerastro bruno).

 
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