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Le Satire di Giovenale

Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Plut. 34.49

Segnatura della Parva libraria di Santo Spirito: II.6

Materiale: membranaceo

Dimensioni: mm 219 x 147 (165 x 80)

Carte: I + 57 + I’

Tipo di scrittura del codice: carolina del XII secolo, glosse di mani coeve e successive

Provenienza: Italia

Datazione: sec. XII

Contenuto:

Iuvenalis, Decimus Iunius, Saturae (cc. 1r-57r)

Vita Iuvenalis (c. 57r-v)

Accessus Satirarum (c. 57v)

Statius, Publius Papinius, Thebais, IX 280 (c. 57v)

Link della riproduzione: https://tecabml.contentdm.oclc.org/digital/collection/plutei/id/711260/rec/1

Bibliografia: Boccaccio autore e copista, pp. 359-360 (S. Durante); Autografi, p. 54 (M. Fiorilla-M. Cursi).

Descrizione

Riconosciuto da Oskar Hecker tra i codici inventariati della Parva libraria di Santo Spirito, il ms. presenta rari segni della lettura boccacciana. Del Certaldese si individuano, riconosciute da Filippo Di Benedetto, due sole maniculae, che presentano un disegno particolarmente elegante con il dettaglio delle maniche adorne di bottoncini. La prima è a c. 22r, in corrispondenza del verso «Intolerabilius nichil est quam femina dives» (Sat. 6, 460). La sententia di Giovenale sull’insopportabilità della donna ricca è ripresa in più occasioni dal Certaldese: Corbaccio 167: «Niuna cosa è più grave a comportare che una femina ricca»; Esposizioni sopra la Commedia, XVI 31: «E, ancora, il nudrire quella che è povera è molto difficile cosa, e il sostenere i modi e i costumi della ricca è grandissimo tormento». In quest’ultimo caso il motivo di Giovenale trova corrispondenza e si completa con la considerazione di san Girolamo sui rischi del prender moglie, espresso nell’Adversus Iovinianum, 1, 47: «Pauperem alere difficile est; divitem ferre, tormentum». Quest’opera è copiata nello Zibaldone Laurenziano, il ms. Firenze, BML, 29.8, c. 52v, dove il passo è privo di annotazioni boccacciane. La seconda postilla, che riguarda la fugacità del tempo e il repentino sopraggiungere della vecchiaia, è a c. 34v, in corrispondenza del passo: «obrepit non intellecta senectus» (Sat. 9, 129). Una manicula boccacciana mette in rilievo un distico dei Fasti di Ovidio sullo stesso tema dello scorrere del tempo e dell’arrivo inaspettato della vecchiaia nel ms. Firenze, Bibl. Riccardiana, 489, c. 43ra: «Tempora labuntur, tacitisque senescimus annis / et fugiunt freno non remorante dies» (Fast. 6, 771-72).

 
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