L'Ovidio minore e Faltonia Proba


Firenze, Biblioteca Riccardiana, 489
Segnatura della Parva libraria di Santo Spirito: VIII 5
Tipo di scrittura del codice: gotica di più mani, con interventi di mani coeve e posteriori
Datazione del codice e della scrittura: circa 1300
Tipo di scrittura adottato da Boccaccio: littera textualis
Datazione della scrittura boccacciana: anni Quaranta e Cinquanta del XIV secolo
Provenienza: Italia (o Francia)
Dimensioni: mm 254 x 247 (246 x 174)
Carte: I + 81 + I’
Contenuto:
Ovidius Naso, Publius, Heroides (cc. 1ra-18ra)
Ovidius Naso, Publius, De somno (=Amores III, 5, c. 18r-b)
Ovidius Naso, Publius, Fasti (cc. 18va-43rb)
Ovidius Naso, Publius, Tristia (cc. 43rb-61rb)
Ovidius Naso, Publius, De medicamine faciei (cc. 74vb-75rb)
Ps. Ovidius, De nuce (cc. 73va-74rb)
Ps. Ovidius, De pulice (c. 74va)
Ps. Ovidius, De speculo medicaminis (c. 74va-b)
Ps. Ovidius, De Philomela (c. 75rb-va)
Faltonia Proba, Cento virgilianus (cc. 75vb-80vb)
Link della riproduzione: teca.riccardiana.firenze.sbn.it/index.php/it/=
Descrizione:
Il codice contiene, oltre ai Fasti, una serie di opere del cosiddetto Ovidio ‘minore’, la produzione grossomodo in distici elegiaci, a cui si aggiungono una serie di testi pseudo-ovidiani, vale a dire poemi che nel Medioevo circolarono con l’attribuzione al poeta di Sulmona. L’esemplare si chiude con il famoso Centone virgiliano di Faltonia Proba, vergato da una mano più tarda, nella particolare recensio di Stefano Canonico, come indicato nel colophon alla c. 80vb: «Stephanus canonicus dominici sepulchri ex de dictis Virgilii compilavit» (va notato che si tratta del testimone più antico con questo particolare assetto testuale).
Oskar Hecker segnalò il volume tra quelli inventariati nel 1451 nella Parva libraria di Santo Spirito provenienti dalla biblioteca di Boccaccio, del quale riconobbe alcuni interventi autografi.
Nel codice si riscontrano un buon numero di segni di attenzione figurati riconducibili a Boccaccio, nello specifico 20 maniculae e 9 fiorellini, una graffa e un girale fitomorfo, a mettere in evidenza espressioni sentenziose di carattere morale, che toccano temi quali l’amore, l’amicizia, il tempo che fugge. Tra queste si segnala la manicula alla c. 22rb, posta in corrispondenza dell’ammonimento di Ovidio verso coloro che, con troppa faciloneria, ritengono che basti un po’ d’acqua di fiume a cancellare i propri gravi misfatti: «Ha nimium faciles, qui tristia crimina cedis / fluminea tolli posse putatis aqua!» (Fast. II 45-46). Forse l’attenzione di Boccaccio per questo distico è stata veicolata dall’analoga immagine dantesca in un ammonimento del Paradiso: «Siate, Cristiani, a muovervi più gravi: / non siate come penna ad ogni vento, / e non crediate che ogni acqua vi lavi» (Par. V 73-75).
Ci sono due soli disegni: a c. 47r, una testa frontale di uomo barbuto, in corrispondenza di Trist. II 43-60, che rappresenta probabilmente Ovidio; a c. 53v un busto di figura femminile o giovane effeminato orientato di tre quarti.
Notevoli sono gli interventi di natura filologica condotti dal Certaldese, concentrati perlopiù sul testo dei Tristia. Boccaccio segnala sul margine varianti alternative, facendole precedere da al. (da sciogliere in aliter o alias o alii), riportando lezioni ricavate dalla collazione con altri codici, oppure annota proposte di correzione, facendole precedere da c’ (da sciogliere senz’altro come credo, piuttosto che nel perentorio corrige come talora ritenuto), quando propone correzioni ope ingenii. A queste si aggiungono crocette a segnalare corruttele testuali ritenute insanabili, con funzione analoga alle moderne cruces desperationis.
Di grande interesse sono anche le rubriche o i titoli metrici, perlopiù esametri leonini o con struttura affine (vale a dire con rima o assonanza tra i due emistichi), collocati quale introduzione alle elegie dei Tristia. Si segnalano per esempio alla c. 44ra: «Inplorat sonti divos pro nave fugaci. R(ubrica)», relativa a Trist. I 2; a c. 45ra l’esametro leonino «Laudat consortem misero sibi Naso sodalem», che riassume Trist. I 5; a c. 55rb l’esametro leonino «Quamvis invitum Naso conlaudat amicum», che sintetizza il contenuto dell’elegia Trist. IV 4. È significativo che questi titoli esametrici siano presenti in altri due testimoni dei Tristia, dei quali sarà utile in futuro precisare i rapporti testuali con il Riccardiano letto e annotato da Boccaccio: si tratta dei testimoni ovidiani Berlin, Staatsbibliothek, Diez B. Sant. I (copiato in Italia tra fine XIII e inizio XIV secolo) ed Edimburgh, National Library of Scotland, 18.2.9 (copiato a Padova tra il 1448 e il 1449).
Bibliografia:
Boccaccio autore e copista, pp. 363-64 (M. Marchiaro); Autografi, p. 55 (M. Fiorilla-M. Cursi); FINAZZI, Le postille, pp. 327-80 (con edizione delle postille).